Ti sei mai chiesto che tipo di viaggiatore in natura tu sia?
Spesso crediamo -speriamo- di essere dei viaggiatori rispettosi dell'ambiente che ci circonda, delle persone da cui prendere esempio, perché diciamocelo, quando siamo in vacanza, al contrario di molti, riusciamo a tenere un comportamento onesto, rispettoso, ESEMPLARE.
Eppure...
Vademecum di viaggio responsabile in natura: tu che ne penserai a fine articolo?
Confrontandomi con diversi amici ho notato che, seppur in totale innocenza, facciamo un sacco di errori quando viaggiamo in natura. Errori apparantemente banali, ma che, effettivamente, vanno ad intaccare -e rovinare- l'ambiente per cui abbiamo atteso con così tanta brama proprio quelle ferie.
Ecco così che nasce il mio personale piccolo vademecum di viaggio responsabile in natura. Un elenco di consigli che io stessa cerco di seguire quanto più possibile e che sì, molto probabilmente continuerò ad aggiornare nel tempo!
A questo punto, oltre a tornare periodicamente sul blog, ti consiglio di seguirmi anche sul mio profilo Instagram @gajjey, dove certamente condividerò eventuali aggiornamenti su questo post blog!
Prima di iniziare, ti spiffero anche che, cliccando su ogni foto presente in questo articolo, verrai reindirizzato ad un video, una foto o un articolo di viaggio, a mia scelta tra itinerari, consigli o aneddoti...
Buon divertimento e buona lettura!
VADEMECUM DI VIAGGIO RESPONSABILE IN NATURA
Partiamo dall'inizio, il cammino.
Quando organizziamo un'escursione, la prima cosa che facciamo è cercare il percorso da seguire. E allora perché diamine a una certa decidiamo di allontanarcene?!
Ecco quindi il primo consiglio, non tagliare i sentieri, seguili!
Uscire dai percorsi segnati non è solamente pericoloso per la propria incolumità, è anche irrispettoso nei confronti della natura. Chiaramente non vi sono cattive intenzioni, ma uscendo dal tracciato pestiamo e dannaggiamo flora e fauna minore nel loro micro mondo di biodiversità. Sottobosco, specie nascenti tipiche del territorio, esemplari di insetti o piccola fauna, potrebbero sopperire al nostro passo.
Abbiamo già macinato qualche chilometro, quando ci si presenta un po' di famina. Quella voglia di smangiucchiare, che però è ancora lontana dalla tappa prefissata per il pranzo. Frutta! Ecco cosa ci vuole. E una volta finita la nostra banana, mela, arancia, o pesca, eccoci far fare un bel carpiato a bucce e torsoli in mezzo alla boscaglia. D'altronde, è roba naturale!
Secondo consiglio di viaggio responsabile in natura: non buttare a terra alcun tipo di residuo di cibo.
Ma perché è sbagliato buttare a terra della frutta durante un trekking? Qualsiasi animale selvatico che passerà dopo di te, si troverà sul cammino un cibo nuovo alla propria dieta. La sua confermazione potrebbe non aver sviluppato un apparato in grado di digerire quanto trovato, rischiando così di intossicarcisi, o peggio. O ancora, come abbiamo visto nell'articolo "cosa fare se si incontra in un cinghiale", il nostro rifiuto potrebbe dare l'abitudine all'animale di tornare in quel punto, ricercando quel determinato cibo o altri, o di avvicinarsi con meno timore ai prossimi trekkers o alle abitazioni, seguendo un odore che ormai conosce.
Ma cambiare le abitudini alimentari di un animale o addirittura rischiare di fargli del male, non è l'unico motivo per cui non dobbiamo lanciare resti di frutta o cibo in natura.
Il territorio Italiano vanta una biodiversità invidiabile a livello Europeo.
Tuttavia, molte specie di animali e di piante non sono autoctone dei nostri territori, per questo gli ambienti naturali alle volte risentono di certe "influenze".
Lasciare semi e frutti e residui di cibo durante le nostre escursioni, contamina l'ambiente che conosciamo, intruducendo specie aliene al territorio.
Insomma, ti aspettavi tutto questo per un misero torsolo di mela o seme di pesca?! Immagino proprio di no.
Intanto che parliamo di immondizia, andiamo in fondo a questo sporco argomento: i fazzoletti delle nostre tappe pipì.
Insomma, che durante il percorso ci si debba fermare una o più volte per espellere l'acqua in eccesso del nostro corpo è giusto (e sano!). Quello a cui dobbiamo fare attenzione però è il dopo: chi mai vorrebbe tenersi un fazzoletto sporco di urina nel proprio zaino?! Ecco, un viaggiatore rispettoso dell'ambiente.
E per quale motivo? Sempre quello citato sopra. L'ambiente in cui siamo in visita non è il nostro, il terreno su cui stiamo camminando è casa di altre specie viventi. Vogliamo davvero intaccare le loro abitudini solo perché non abbiamo avuto l'accortezza di mettere un fazzoletto in una bustina, per buttarlo poi al primo bidone disponibile una volta rientrati all'auto?!
Credo che la domanda che dovremmo farci sempre, il quesito da cui dovremmo partire per viaggiare rispettosamente in natura sia: l'ambiente che sto vedendo, resterà così anche dopo il mio passaggio?
Non esiste solamente inquinamento tangibile e chi vive in città già lo sa, quasi al suo pari vi è quello sonoro. Dell'inquinamento acustico, ahimè, io ne sono grande peccatrice.
Tono di voce alto, altissimo, risate sguagliate, cori, canzoni, ma... questo che conseguenze ha sulla natura? Nidi di volatili, di mammiferi, piccoli anfibi, cuccioli, ma anche animali selvaggi lesti tendono le orecchie, e sentono il battito cardiaco aumentare ad una nostra gioiosa e sincera, ma purtroppo troppo sonora, risata all'aria aperta.
Adesso forse stiamo un po' esagerando, ti starò mica dicendo che non si può più parlare o ridere quando si cammina in natura?! Insomma, uno mica dovrà sentirsi in colpa se è felice, no?!
Certo che no. Il quarto consiglio di viaggio responsabile é: ricordati che non sei solo e che sei ospite. Quindi, comportati come vorresti facesse un ospite in casa tua.
Che poi, se proprio vogliamo dirla tutta, non a tutti gli escursionisti in zona potrebbe interessare il motivo per cui stiamo ridendo, no?!
Per gli ultimi due suggerimenti di viaggio responsabile in natura mi concentro su flora e fauna, ma sono curiosa di sapere se i suggerimenti letti fino ad ora ti hanno fatto riflettere su qualcosa di nuovo, se già seguivi queste malizie o se ne hai altre da aggiungere e condividere con me e con altri appassionati della natura che stanno leggendo queste parole, in questo momento.
Chiaramente, ti invito ad esprimere il tuo pensiero liberamente (ma sempre con educazione, per favore) qui in fondo al post blog, utilizzando l'area dedicata ai commenti o direttamente sul mio canale Instagram @gajjey!
Consiglio numero cinque: quando sei in natura non strappare fiori e piante. Questa richiesta di rispetto ambientale è più vecchia del mio bis-nonno, eppure la scordiamo sempre. Non solo, questa negligenza è presente in così tante aree di viaggio che in alcuni Paesi sono arrivati a creare leggi ad hoc, con multe e sanzioni, pur di tutelare l'ambiente. Il risultato? In alcune località questi "souvenir naturalistici" sono diminuiti, ma non scomparsi.
Forse hai già collegato questo argomento con un esempio molto conosciuto: le conchiglie al mare. Sassolini, conchiglie, scheletri di ricci di mare o uova di pesce arrivati fino a riva, eccoli sparire tutti insieme in una sacchettina, già in viaggio verso casa nostra. Tutti questi cimeli hanno il grande scopo di prendere polvere in una delle mensole della camera da letto, o di riempire ed abbellire qualche credenza che non ci conviceva completamente, in studio o in salotto.
Quello che si vede e si trova in natura, dovrebbe restare in natura. Così, al mare quello che è del mare e ai boschi quello che è dei boschi.
"Ma ci sono così tante conchiglie, che vuoi che sia se ne prendo una o due?" Ecco, applichiamo questa riflessione al nostro caso: che vuoi che sia prendere un fiorellino o una pianta in un intero bosco? Ecco, magari quell'esemplare che hai appena strappato era una delle prime pianticelle che dopo tanto tempo finalmente aveva rimesso radici in zona. Oppure quel fiore tanto bello, di cui davvero ce ne saranno stati una cinquantina solo lungo il sentiero, era pieno di polline apposta per quell'insetto che ora dovrà cambiare tragitto e andare a cercare un altro appoggio, così che tu però possa sfoggiare il tuo nuovo segnalibro fatto con un fiore secco.
Limitiamoci a gioire della natura e di quello che ci regala, vivendo al meglio il momento o scattando una bella fotografia ricordo.
Smettiamo di sentirci in diritto di strappare, rubare, rompere o portare via quello che ci piace da un ambiente in cui siamo solo in visita.
Insomma, in un museo non lo faresti, giusto? E se venissero a casa tua a farlo probabilmente saresti indignato, lo racconteresti a tutti e chiameresti chi di dovere per sporgere denuncia e riavere ciò che è tuo.
Allora, perchè dovremmo farlo noi?
Beh, i consigli di viaggio di oggi, terminano qui, la mia curiosità nel confrontarmi con altri pensieri però no!
Quindi, che ne pensi di questo argomento? Ci avevi mai riflettuto durante le tue escursioni o magari seguivi già questo mini vademecum di viaggio responsabile in natura?
Ti viene in mente qualche altra accortezza che potremmo seguire tutti quanti?
Chiaramente, ti leggo e ti ascolto volentieri qui sotto nei commenti, se ti andrà di condividere!
Al prossimo viaggio in natura,
Jey
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